La diffusione della Xylella fastidiosa negli oliveti del Salento suscita ancora inquietudini, pur a distanza di anni dal dilagante fenomeno. Ci sono state tante prese di posizione che non sempre hanno trovato risposte e atteggiamenti razionali. Non è soltanto l’Italia a essere afflitta, anche altri Paesi si stanno confrontando con il temibile batterio. Cosa è avvenuto dopo tanti mesi di inerzia istituzionale e di forti contrasti tra il mondo scientifico, accusato perfino di essere stato l’untore, e il popolo dei negazionisti?
L’appello è a non lasciar morire la comunità vegetale degli olivi nel Salento. Riteniamo che esistano dei gravi ritardi e inadempienze istituzionali che devono essere affrontati e superati.
Chiediamo all’informazione di essere vigile. Chiediamo a tutte le aziende agricole, pugliesi e non solo, di non avere timori di ritorsioni nell’immagine dell’olio extravergine di Puglia e di informarsi sulla Xylella che è il batterio contro cui unirci e trovare buone pratiche.
I ricercatori ci hanno detto che al momento non esistono soluzioni ma buone pratiche che possono rallentare l’avanzata, o meglio la diffusione del batterio, pratiche che per avere efficacia devono essere diffuse e <condivise.
Giovanni Pascoli diceva “Tu placido e pallido ulivo, non dare a noi nulla ma resta”. Impariamo anche noi a dire:
Voi dovete restare fulgidi ulivi centenari e millenari,
voi dovete restare e dovete continuare a donarci i vostri ricchi frutti.
Perché, se gli ulivi restano, e di certo lo sapeva anche Pascoli, daranno sempre qualcosa, sempre prezioso e insostituibile.
grazie alla nostra socia Carmela Riccardi per il contributo – Masseria Olère