Breve vademecum di Natascia Riggi, Agronomo, per affrontare la siccità.
Come diceva il mio professore di agronomia generale all’università:”l’agricoltura si sviluppa in cicli di 30 anni e per essere un bravo tecnico devi superare almeno 4 cicli”. Purtroppo l’ambito agricolo ha parecchie incognite: ogni annata è diversa e lascia un segno come se fosse una cicatrice che ci insegna a gestire le problematiche in modo diverso. È proprio da questo bagaglio di esperienza che nascono gli accorgimenti che si possono attuare in questi momenti così difficili.
L’oliveto è un ecosistema complesso che si basa su equilibri sottili come possono essere la gestione agronomica, la competizione tra piante, il tipo di terreno, il sesto d’impianto, la gestione della potatura e delle concimazioni, ecc.. Tutti fattori che incidono attivamente sulla crescita e sulla fisiologia della pianta stessa.
Per capire l’annata 2017 l’elemento principale da prendere in considerazione è quello degli accumuli idrici nei terreni durante il periodo primaverile, ovvero quanta acqua è stata trattenuta nel suolo; quest’anno, a causa delle scarse precipitazioni, gli accumuli sono stati limitati.
Le piante avide di nutrienti minerali hanno utilizzato la poca acqua a disposizione per crescere, sviluppare nuova chioma aumentando così la superficie fogliare e l’evapotraspirazione.
Sono tutte cose che nei momenti di stress idrico si pagano fortemente.
Quest’anno, in particolare, la situazione è stata caratterizzata da un prolungato stress idrico dovuto alla carenza di piogge, da una forte irradiazione solare e da alte temperature: eventi che hanno posto in condizioni di particolare stress la pianta.
Le situazioni più critiche sono state riscontrate principalmente su piante giovani, in cui l’apparato radicale non è ancora ben sviluppato e le forti carenze idr
iche hanno portato in casi estremi la cascola del frutticino.
Per superare questi momenti di crisi la soluzione ideale è l’irrigazione a goccia o l’irrigazione di soccorso, ma non tutti hanno la fortuna di avere a disposizione l’acqua. Non tutti gli olivicoltori hanno la fortuna di poter fare un impianto di irrigazione e quindi gli accorgimenti e le buone pratiche agricole agronomiche restringono il campo d’azione.
In oliveti con piante adulte, dove è impossibile attuare un’irrigazione di soccorso al terreno, per limitare i danni irreversibili, si può procedere con una nebulizzazione di acqua alle chiome.
Tale operazione va fatta nelle ore più fresche della giornata per evitare scottature e lessature delle foglie.
Altre pratiche agronomiche da adottare
Di seguito altre pratiche agronomiche che possiamo mettere in atto per ridurre al massimo l’evapotraspirazione della pianta per permettere alla pianta stessa di sopravvivere in questi momenti di particolare siccità?
- Effettuare sfalci e trinciature del manto erboso sotto-chioma per conservare la capacità idrica del terreno; ciò servirà a limitare l’evapotraspirazione e a favorire la crescita del frutto in questa fase.
- In casi di terreni pesanti con ristagni idrici si consiglia di effettuare una leggera erpicatura, da non superare i 15 centimetri di profondità, in modo da interrompere la capillarità del terreno e per non rischiare di danneggiare l’apparato radicale delle piante.
- Come buona pratica agricola si può iniziare ad eseguire la potatura verde asportando i polloni basali e diradare i succhioni dove se ne rileva un’abbondante presenza.
- Un buon accorgimento per migliorare la sostanza organica del terreno e ridurre l’evapotraspirazione dell’acqua dal suolo e quindi limitare l’irrigazione, è quello di utilizzare i residui degli sfalci/potatura verde posizionandoli a ridosso del tronco come pacciamatura.
Scarica l’articolo in formato PDF: Riggi N, Siccità nell’oliveto – come affrontarla – 20170812