L’identikit biologico dell’olio

Tutelare e valorizzare l’origine. E’ stata una battaglia che Laura Turri, la presidente delle Donne dell’Olio ha portato avanti negli anni passati in qualità di presidente del Consorzio dell’olio Garda Dop, e che ora, da vicepresidente del medesimo Consorzio, ha visto la luce. Non è stato facile, anche perché l’iniziativa ha richiesto un’enorme investimento in energie e risorse. Però, si sa, occorre crederci fermamente. L’origine è un valore importante e fondamentale. Non c’è altra soluzione per salvaguardare le produzioni territoriali. Il Consorzio di tutela dell’olio Dop Garda ci ha creduto fino in fondo e ora è tempo di darne notizia in modo che anche altri si muovano in tale direzione.

L’appuntamento era a Verona, lo scorso 28 giugno. Ala presenza di molte illustri personalità del mondo scientifico. Nella città scaligera è stato possibile assistere alla presentazione dei risultati del tanto atteso progetto Oligar. Si chiama così: Oligar. E si tratta di uno studio che il Consorzio dell’olio Dop Garda ha voluto portare avanti con tutto se stesso, pur di giungere alla definizione dell’identikit biologico degli oli di oliva del proprio territorio. L’obiettivo è consistito nel puntare a soddisfare tre distinte esigenze: evitare le frodi, in primo luogo; promuovere il valore alimentare degli oli da olive;  e, non ultimo, favorire anche i consumi di olio Dop Garda sui mercati esteri. Ora che il progetto Oligar sta pian piano delineandosi, ci si aspetta un maggiore impegno da parte di tutti. L’orgoglio e la determinazione non ci mancano. E’ stata la prima volta che in Italia un Consorzio di tutela ha deciso di investire tempo, energie e denaro per giungere a traguardi così importanti, a beneficio di tutto il territorio e dell’intera filiera.

Lo studio che è stato effettuato sugli oli Dop Garda ha coinvolto l’Unione Italiana Vini, l’Università di Verona, con il Dipartimento di Scienze, tecnologie e mercati della vite e del vino, e l’Università di Udine, con il Dipartimento di Scienze degli Alimenti. I motivi che hanno dato luogo allo studio riguardano questioni concrete. Gli sbocchi commerciali degli oli extra vergini di oliva Dop Garda, in particolare verso l’estero – nei Paesi d’oltralpe – ostacolati come sono, talvolta, da controlli sulla qualità svolti dai Paesi importatori che si basano su criteri spesso non scientificamente provati e che risultano penalizzanti per i produttori. Inoltre, sempre a difesa di un prodotto che continua a essere sempre più apprezzato per la sua qualità anche all’estero, la soluzione di definire un “identikit biologico” del nostro olio è stata una scelta che si è rivelata fondamentale.

Lo studio, come già evidenziato è il primo del genere a livello nazionale, è stato finanziato dalla Regione Veneto attraverso il Piano di sviluppo rurale e ha avuto già i primi risultati, perseguendo i tre obiettivi cardine. Il primo, incentrato sull’individuazione dell’origine degli eventuali ftalati – le sostanze esogene che indicano la presenza di sostanze plastiche – e di elaborare nel contempo le proposte per eliminarne, o tutt’al più ridurne, la loro presenza negli oli. Il secondo obiettivo, invece – puntando a dimostrare scientificamente la maggior validità del metodo basato sul dosaggio degli alchil esteri per l’individuazione delle frodi, rispetto a quelli attualmente usati negli Stati importatori – lascia buone speranze affinchè si possano maggiormente tutelare le nostre produzioni, considerando anche il fatto che talvolta il metodo d’analisi attribuisce una valenza negativa ad alcune sostanze di cui gli oli del Garda sono naturalmente ricchi. Niente va dunque trascurato, tant’è che si è voluto definire proprio per queste ragioni il cosiddetto “finger-print” dell’olio di qualità a marchio Dop Garda, in modo da permettere l’individuazione della provenienza e nel contempo la promozione commerciale delle sue caratteristiche virtù organolettiche e nutritive.

 

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